NON E' ALLENAMENTO MA ADDESTRAMENTO!

Mental Tennis non è mental coaching, non si tratta di psicologia e nemmeno di coaching sportivo, Mental Tennis addestra la mente del tennista a competere! 


Ma cosa significa tutto questo? Cosa significa addestramento? Che differenza c'è tra addestramento ed allenamento?


Ora cerco di spiegartelo, dal momento in cui tu decidi di entrare nella mia accademia, in quel preciso momento tu hai fatto una scelta profonda con te stesso/a, TU HAI DECISO CHE LA FORZA DI VOLONTÀ DOVRÀ PREVALERE SULLA TUA PAURA, TU HAI DECISO CHE AL RISULTATO FARAI PREVALERE LA PRESTAZIONE, OVVERO FARAI CIÒ CHE LA PARTITA RICHIEDE PER ESSERE VINTA.


Dunque torniamo alla parola addestramento, esiste una precisa verticalità dei ruoli che dovrai accettare, "IO DICO... TU FAI... NESSUNA DOMANDA!" (estratto dal film Karate Kid)


Perché questo approccio? Semplice, perché se ascolti quello che ti chiedo di fare e lo metti davvero in pratica senza entrare nelle tue paranoie mentali o in quello che credi di sapere, o in quello che hai precedentemente studiato, o nelle tue sovrastrutture o esperienze pregresse, RIPETO, SE FAI ESATTAMENTE QUANTO TI CHIEDO SENZA OBIETTARE E SENZA ESITAZIONI, i risultati potrebbero realmente anche sorprenderti sin dalla prina sessione!


Ed in quel preciso momento che capirai quanto il tuo vero nemico sia proprio dentro di te e quanto se mi ascolti e ti lasci guidare, insieme possiamo vincerlo quel nemico!


Dunque inconinciamo da qui, "NOI DOBBIAMO FARE PATTO SOLENNE"( frase estratta dal film Karate Kid) IO PROMETTO DI INSEGNARTI MENTAL TENNIS, TU PROMETTI DI ASCOLTARE, IO DICO, TU FAI, NESSSUNA DOMANDA!


Signori, qui si impara a combattere e se pensate che la competizione sia qualcosa di soft non avete capito proprio niente! 


Qui si impara a scendere in campo e vincere e per farlo dovete cambiare atteggiamento il che non significa essere stronzi o sleali o litigare con l'avversario o con l'arbitro.


Roger Federer il giocatore gentleman per eccellenza se gli poteva dare 6 0 6 0 all'avversario lo avrebbe fatto senza alcuna esitazione o rimorso e questo perchè il dare tutto per vincere in modo leale è anche una forma di rispetto per lo sport e per l'avversario!


Dunque tornando a Mental Tennis, perché addestriamo e non alleniamo? Perché nell'addestramento TU TI DEVI LETTERALMENTE SVUOTARE DA TUTTO QUELLO CHE SAI O CREDI DI SAPERE E RIEMPIRTI DI MENTAL TENNIS, FACENDO QUELLO CHE TI VIENE RICHIESTO QUANDO TI VIENE RICHIESTO!


Io lo so che molti di voi penseranno che questo è un metodo troppo invasivo e forse anche troppo invadente, MA VI ASSICURO CHE IO ROMPO LE PALLE NON PERCHÈ MI PIACE, MA PERCHÈ DEVO TRADURVI LA DIFFICOLTÀ DELLA COMPETIZIONE, IO FACCIO QUESTO TIPO DI ALLENAMENTO PERCHÈ QUANDO SCENDERETE IN CAMPO QUESTO SARÀ NIENTE RISPETTO ALLE PRESSIONI CHE AVRETE DI FRONTE AD UN MATCH POINT, SARÀ NIENTE DI FRONTE ALLA FATICA CHE DOVRETE SOPPORTARE DOPO 3 ORE DI GIOCO, QUESTO SARÀ NIENTE RISPETTO ALLA STANCHEZZA FISICA E MENTALE CHE VI PARALIZZERÀ TESTA E GAMBE NEL 3 SET e allora è qui che dovete iniziare, quando vi allenate con me! 


Non potete pemaare di andare in campo impreparati! Ed ecco perché i miei allenamenti sono tanto duri, perché io vi devo creare problemi che poi voi studiando il manuale di Mental Tennis, dovrete imparare a risolvere in ogni Macro Area: 



1. Tecnica 

2. Atletica 

3. Tattica 

4. Mentale 

5. Del Recupero


Questo non è un percorso di magia, qui la formula magica si chiama: STUDIO, ABNEGAZIONE, TENACIA, FATICA E MOTIVAZIONE PER VOLER MIGLIORARE! SENZA QUESTE PAROLINE MAGICHE È MEGLIO SE GIOCATE A BOCCE!


STUDIO--> ASSIMILAZIONE DEI CONCETTI--> INTERIORIZZAZIONE-->PRATICA IN CAMPO--> CONTINUE COMPETIZIONI


Con questo metodo ho aiutato oltre 2.600 persone in tutto il mondo compreso in Cina, Australia e Stati Uniti a liberare il proprio potenziale quando devono affrontare una competizione ufficiale, se tu hai voglia di lavorare su te stesso/a allora sei capitato nel posto giusto, altrimenti lascia stare Mental Tennis non fa per te!



LA MOTIVAZIONE INTRINSECA ED ESTRINSECA.


“Se c’è un tennista dentro di te… Non potrai ignorarlo... La sua voce busserà ripetutamente alla porta del tuo cuore fino a quando tu non l’ascolterai… E se non lo farai ti sentirai triste e completamente disallineato con la tua vita o quanto meno, con la vita che vorresti vivere.

Questo, amico mio, ti succede perché non stai ascoltando la voce più importante ovvero quella della tua coscienza che risiede nel tuo cuore… “

Queste le parole che mi disse Andrés Fernandez, ex professionista ATP originario di Murcia che da piccolo si allenava nelle giovanili insieme a Carlitos Alcaraz.

Quel giorno questa frase mi rimase particolarmente impressa nella mente perché riportandola al mio personale percorso di vita, anche io sentii qualcosa di simile ma non certo per diventare un tennista professionista, ciò che continuava a bussare con insistenza nell’atrio del mio cuore era il desiderio di allenare le persone di tirare fuori il meglio, rendendoli la miglior versione di loro stessi.

Vedi caro lettore, per tanti anni ho provato ad ignorare questo forte richiamo, attratto dal ruolo di manager e forse anche sedotto dal potere e dalla capacità economica che tale ruolo mi offriva, ma dentro, anche se devo dire che ero molto soddisfatto, dentro sentivo che non era quella la mia strada, che mi stavo come tradendo da solo, non saprei come altro spiegarlo, fare il manager, licenziare persone, raggiungere budget di vendita a tutti i costi e senza un minimo di umanità, mi produceva una sensazione appagante per la mente ma altrettanto triste e vuoto nel mio cuore perché in fondo, nel profondo del mio cuore, io sentivo che non era davvero quello che volevo, e infatti quando decisi di cambiare vita, provando ad ascoltare il mio cuore e rimettendomi totalmente in gioco, quello stesso giorno anche se la mente era pervasa da mille paure, mille incertezze e mille pensieri, il mio cuore avvertì una pace interiore che mai prima avevo avvertito, come se improvvisamente la mia vita si fosse riallineata con quello che ero destinato a diventare

Ebbene ti ho raccontato questo episodio perché volevo farti immediatamente comprendere che la motivazione intrinseca è un qualcosa che tu senti dentro nel profondo, non puoi mettere a tacere quella voce, ogni giorno quella voce continua a bussare nel tuo cuore per dirti che forse se non l’ascolti stai buttando via una parte importante della tua vita, quella lavorativa che insieme a quella sentimentale, costituisce l’importanza principale della nostra esistenza.

Dalla mia storia personale avrai certamente capito cos’è la motivazione intrinseca, ma ora cerchiamo di capire invece cos’è la motivazione estrinseca…

Ebbene che tu ci creda o meno, la maggior parte delle persone non ascolta il proprio cuore, si fa ingannare dalle seduzioni della mente… Ma ricordati caro lettore che la mente… Mente… Mentre il cuore non mente mai…

Perché giochi a tennis? Perché vuoi fare contento i tuoi genitori o perché davvero ami questo sport e tutte le difficoltà ed i problemi che ti spinge ad affrontare ogni volta?

Chi vuoi rendere felice? Il tennista che c’è dentro di te oppure le persone che vengono ad assistere alle tue partite preoccupandoti più di dare spettacolo piuttosto che di permanere concentrato e focalizzato nel match per provare a vincerlo?

Un giorno fui chiamato per fare un intervento in una nota Accademy in Toscana, il padre del ragazzo con cui avrei dovuto lavorare era assolutamente motivato a intraprendere con me un percorso davvero ben remunerato per far evolvere il proprio figlio e farlo sbloccare portandolo dal semiprofessionismo della seconda categoria al professionismo del circuito ATP.

Quando però mi trovai a parlare con il figlio, io non trovai per niente un ragazzo motivato, mi si pose di fronte una persona che voleva giocare a tennis per divertirsi e poco propensa al sacrificio fisico, o a lavorare duramente almeno 6 a volte anche 8 ore al giorno tra tecnica, atletica e mentale, al che quel giorno parlai subito col padre, spiegando che io avrei fatto l’intervento presso la sua Accademy ma che per lavorare con il ragazzo non c’erano i presupposti perché il ragazzo non era intrinsecamente motivato.

Il padre, tuttavia, accecato dal sogno di avere un figlio professionista, non volle darmi ascolto, così io intrapresi i miei soliti ed intensissimi protocolli di allenamenti di tennis mentale ed alla fine della settimana questo ragazzo venne da me e mi disse, se questa è la strada per arrivare il professionismo, ti ringrazio per avermelo fatto capire ora perché questo non è realmente ciò che voglio, non è la mia strada…

Il padre al posto di rispettare la scelta del figlio, mi disse testuali parole, tu lo devi tenere a guinzaglio mio figlio, non esiste che abbandoni il tennis dopo tutti i sacrifici che abbiamo fatto…

Ora ditemi voi, come si può anche solo pensare di poter lavorare con persone che hanno questa visione sui propri figli?

Io dico sempre che la motivazione deve partire sempre e solo dal giocatore, mai dal genitore e più si insiste con questa politica più si fa perdere il gusto di giocare a tennis a quel povero ragazzo.

Bisogna capire che prima di ogni altra cosa, noi non possiamo obbligare nessuno a voler intraprendere la dura strada del professionismo, è un qualcosa che tu senti dentro al tuo cuore e che ogni giorno ti tormenta o bussa alla porta del tuo cuore, perché dentro di te, c’è un tennista… Ma se questo tennista non c’è o non lo senti, allora cerca di avere il coraggio di fare chiarezza con te stesso e con i tuoi genitori per inseguire la tua di strada non quella che tua madre o tuo padre sognano per te.

Alcuni anni fa feci a Milano una sessione con una ragazza molto brava tennisticamente parlando che aveva appena passato l’esame per diventare avvocato, ma che al posto di essere felice quel giorno, era molto triste, le domandai, come mai sei triste oggi Ludovica? Dovresti essere felice hai appena passato un esame tostissimo, che ti succede?

Lei mi rispose, perché so che per il resto della mia vita, farò una professione che detesto perché non ho avuto abbastanza coraggio per ribellarmi ai miei genitori ed inseguire il mio sogno e non ciò che loro volevano per me

Volevi fare la tennista? Le chiesi

No…

Volevo fare la ballerina di danza classica… Ma mia madre, ex ballerina professionista, aveva altri progetti per me e mi ha sempre ostacolato…

Ora capite quanto è importante sponsorizzare l’identità di una persona e non soffocarla con i nostri sogni proiettati sulla loro vita?

Noi dobbiamo sostenere questi ragazzi, amarli e insegnargli a vivere il tennis come qualunque altro sport con dei valori sani ed edificanti, quali il dare tutto in campo, vincere le proprie paure e uscire magari anche dalle proprie zone di comfort ma non dobbiamo impadronirci della loro vita e decidere del loro destino.

Nel mio percorso di allenatore mi è capitato di conoscere alcuni giocatori come ad esempio Mattia Bellucci, che questa cosa la sentivano sin da quando erano molto piccoli, e hanno sacrificato gran parte della loro vita per inseguire il proprio sogno, altri invece lo capiscono magari quando sono più grandi cosa vogliono davvero fare della loro vita, ma il punto è che non dobbiamo essere noi genitori a decidere per loro, il nostro ruolo è quello di amarli e supportarli e dargli magari i migliori strumenti per poter raggiungere i loro sogni, ma non possiamo scendere in campo al posto loro.

Dunque, caro lettore, ti chiederò ora un semplice esercizio, cerca un luogo silenzioso, dove tu possa entrare in contatto con te stesso, chiudi gli occhi ed inizia ad ascoltare il tuo cuore, se giochi per far contenta mamma o papà allora ribellati con tutte le tue forze a quella trappola e gioca a tennis per divertirti e migliorarti ogni giorno e non per stressarti l’esistenza.

Se invece la tua motivazione è intrinseca, chiedi aiuto ai tuoi genitori che sono sicuro che se potranno, faranno di tutto per aiutarti a realizzare il tuo sogno di diventare un professionista e se sei già adulto invece, chiediti per chi o per cosa scendi in campo quando competi, lo fai per nutrirti del riconoscimento altrui? Per mostrare quanto è bello il tuo rovescio ad una mano? O lo fai perché ami sfidare te stesso e sentire l’adrenalina scorrere nelle vene durante il match provando a superare i tuoi limiti?

Mi raccomando, è molto importante che tu svolga questo esercizio dedicandogli il giusto tempo, non essere frettoloso o superficiale, questo esercizio non è solo importante per il tuo percorso tennistico, ma lo è soprattutto per la tua vita perché ti insegnerà ad ascoltare il tuo cuore, ad entrare in contatto con la tua coscienza…

Ti sei mai chiesto come fanno gli uccelli a migrare anche a 3.000 km di distanza senza aver un GPS che gli mostri la via da seguire?

Diventa anche tu un uccello migratore, imparando ad inseguire la strada del tuo cuore e probabilmente anche tu come è successo a me con Mental Tennis, un giorno potrai raggiungere la tua meta più ambita.

 


I miei consigli prima di scendere in campo



OGGI PRIMA DI ENTRARE IN CAMPO...


1. Accetta la lotta come parte del divertimento di questo sport senza volertene liberare con la fretta, dovrai imparare a remare quando sarà necessario, costruendoti il punto e quando hai la possibilità ed il tuo avversario accorcia, entra e guadagna campo o chiudi il punto anche andando a rete, cercando di farlo giocare sempre sul colpo dove ha meno sicurezza e controllo, ricorda che sapere sempre cosa fare è uno dei segreti del successo di questo sport! (PIANO DI GIOCO, IDENTITÀ DI GIOCO)


2. Ricordati che il tennis è uno sport che si gioca un punto alla volta, dunque stai con la mente ben salda nel momento presente rimanendo focalizzato sul qui ed ora, stai attaccato al match lottando punto su punto, non cercare scuse o alibi altrimenti finirai per crederci ed uscirai dalla lotta! 

Ricordati che non è finita fino a quando non è davvero finita, dunque in questo sport conta ogni “singolo” punto, per cui cerca di ordinare al tuo corpo, di fare quello che gli stai chiedendo e a non andarsene per i cavoli suoi, perché il corpo è naturalmente portato a non ascoltarti, lo devi sottomettere con la forza di volontà. (ATTITUDINE, FOCUS)


3. Quando senti lo scoraggiamento, la fatica, la voglia di mollare, la paura, la tensione nel giocarti i punti cruciali, parlati, parla al tuo "corpo", incoraggialo, spronalo, sostienilo, sii benevolo e non rigido con lui (te stesso), porta pazienza e goditi il tennis al posto di esserne vittima, pensa alla meravigliosa opportunità che hai di fare quello che stai facendo ma goditi anche la sofferenza ed il sacrificio e la fatica perchè senza queste virtù stai giocando alla play station non a tennis! (GESTIONE DELLE EMOZIONI)


4. Trasformati in un vero guerriero come Rafa, il che non significa sparare a mille tutte le palle ma scendere in campo andandoti a prendere la partita al posto di provare a non perderla, mostra un'attitudine guerriera nei confronti del match e del tuo avversario! 

Mettiti le cuffie ed ascolta la tua canzone preferita prima di iniziare a giocare per darti la carica e non mollare, gioca punto su punto, game su game, set su set! (MOTIVAZIONE,ATTITUDINE)



GENITORI... FATEVI DA PARTE!


Premetto sin da ora, che questo post non è rivolto a tutti i genitori ma soltanto a determinati individui che poi finiscono per rovinare i propri figli o gli fanno passare completamente la voglia di competere in questo sport.


PRIMO PUNTO CHE DOVETE IMPARARE: non dovete proteggete i vostri figli dalla frustrazione, dalla delusione, dal dolore e dallo sconforto, perché senza questi ELEMENTI SACRI, i vostri figli rimarranno dei bambocci


DOVETE CAPIRE che saranno proprio questi punti di dolore LA BENZINA DEL LORO MOTORE per raggiungere i loro obiettivi nella vita!


Senza fallimento, senza frustrazione, senza provare sconforto e dolore abituerete i vostri figli a vivere in una dimensione parallela che non è quella reale! 


Il vero problema è che quando poi scendi in campo, si vede tutto su chi sei e si capisce tutto da come affronti ogni punto e le diverse situazioni di gioco.

Se continuate a facilitargli il percorso, durante le partite emergerànno queste mancanze:


1.    Palle: inteso come coraggio e cazzimma da mettere in atto in partita.


2.   Resilienza e tolleranza verso le situazioni difficili o i torti subiti e poi impazziscono subito.


3.    Solidità mentale, ovvero tu puoi gridarmi in faccia tutti i "vamos" del pianeta ma non mi butti giù, al contrario stai solo alimentando la mia fame di sbranarti (mi riferisco ovviamente sempre al campo da gioco ed in modo leale, sportivo ed onesto)


4.   Pazienza verso se stessi ma anche nell’accettare la solidità dell’avversario e nel faticare per vincere un singolo punto. Ricorda caro amico che più sali in classifica e peggio sarà, dunque se questa prospettiva di faticare per superarti non ti piace, ci sono sempre le bocce a Saint Tropez, li nella piazzetta centrale fanno un bel torneo di bocce, se vuoi quando andiamo a fare il Challanger lascio i miei giocatori nel torneo e a te ti metto a giocare con i vecchietti alle bocce.


5.    Proattività: al posto di scendere in campo per provare a non perderla la partita, grazie al dolore, alla voglia di rivalsa e a tutta la frustrazione che il tuo "povero bambino" ha subito, la partita questa volta se l'andrà a prendere!


6.   Umiltà: vedrai che se non ha i soldi per giocare in tutti i tornei internazionali del pianeta senza manco fosse un ATP e senza mai vincere un open in Italia, vedrai che la privazione gli farà bruciare il culetto e forse la prossima volta quando il dritto o il rovescio non gli funziona al posto di impazzire, imparerà a trovare la chiave interiore per aggiustarsi e ribaltare il rusultato come Alessandro Borghese in 4 ristoranti 


Cari genitori, ve lo dice uno che purtroppo ha vissuto questa scomoda realtá, questa estrema protezione da parte dei propri genitori (ovviamente i miei pensavano di farmi del bene cosí) e questa cosa mi ha tolto la voglia di vivere, e se voi ci fate caso i ragazzi oggi gli manca proprio questa voglia e questa vitalità (non tutti ovviamente) perché hanno tutto e subito o sono rincoglioniti da instagram!


Ma se continuate a permettergli di fare questa vita, come potrete poi pensare che riescano a superare i propri demoni, dentro sono terrorizzati, ve lo dico io che ci parlo ogni giorno. 


Dovete abituarli sin da piccoli in maniera sana e sportiva e con valori leali a guerreggiare perché è solo così che impareranno ad avere fiducia nei propri mezzi e solo in questo modo potrà crescere la loro autostima.


GENITORI amate i vostri figli, sosteneteli e se mai dategli gli strumenti ma poi FATEVI DA PARTE e lasciateci lavorare dandoci il giusto tempo per produrre i risultati.





LA RESILIENZA... UN' ARMA MICIDIALE CONTRO LO SCORAGGIAMENTO!


Stai giocando sotto un sole cocente, il vapore del calore misto al sudore che evapora dal tuo viso, appanna i tuoi occhiali... 


La vista è terribilmente sfuocata per via dell'ombra degli alberi che entrano dentro il campo da gioco dipingendo una sorta di quadro impressionistico... 


La pallina ad un certo punto scompare giusto prima del net per riappare improvvisamente lungo la linea che affianca quella del corridoio, solo che tu ti trovi dall'altra parte del campo e purtroppo non sei riuscito proprio a vederla...


Sei stanco, stai correndo a destra e a manca da due ore, i tuoi colpi non ti funzionano, non riesci a fare quello che sei capace, non riesci ad essere penetrante ed appena ci provi, la pallina ti esce di due dita la maggior parte delle volte...


Oggi ti toccherà sacrificarti se vorrai vincere la partita col tuo celeberrimo avversario storico, quello che non sbaglia una palla, quello che quando vince ti prende in giro negli spogliatoi....E così remi e mentre lo fai ti accorgi di come la resilienza si compone  anzitutto di umiltà, cuore e capacità di sacrificio.


Il tuo avversario é riuscito a prendere tra servizio, dritto e rovescio 3 righe di fila, ma tu sei onesto e non gliela canti fuori, solo che guarda un pó, non appena la tua pallina si avvicina alla riga, un ditino alzato si inebria nell'aria indicandoti che la palla è uscita, figuriamoci, cosa puoi contestargli, siamo sul cemento...


E tu sopporti, sai che sul cemento non puoi fare niente e sopporti... Abbassi il capo e vai avanti... Vai avanti...


Nel frattempo peró ti accorgi che dentro ti stai scoraggiando, stai perdendo quel sacro fuoco che arde per portare a casa la vittoria e allora ti parli e cerchi di squoterti in tutti i modi possibili... Ancora... E ancora.... E ancora...


Ad un certo punto trovi la forza per reagire, per obbligare il tuo corpo a giocare in forma meno remissiva e con più coraggio.


Non lo puoi davvero fare se non ti urli addosso qualcosa di deciso per spronarti, se non ti carichi dentro nel profondo perché dentro nel profondo c'é e ci sará sempre un bambino con le sue mille paure, insicurezze, dubbi e paranoie... Ma é proprio li che devi intervenire col tuo "allenatore interiore" devi scuoterti se vuoi portare a casa la partita, devi fare qualcosa in piú di quello che stai facendo se davvero ci tieni devi inserire la quinta adesso...


Vedi caro amico tennista, la resilienza nel tennis è non lasciare che lo sconforto si impossessi del tuo cuore, è la capacità di resistere agli eventi negativi, senza perdersi d'animo, è la voglia di resettare il punto precedente per provare a vincere quello successivo senza farti turbare dal dolore...


La resilienza risiede nello spirito del giocatore ed è quello che noi insegniamo ai nostri ragazzi, sapere il significato del termine ti può aiutare a divenire consapevole, ma il vero giro di boa lo dai quando, passando per gli inferni interiori che provi in partita, avrai messo in pratica quello che ti sto insegnando e sarai riuscito a portare a casa la vittoria, allora si che avrai capito cosa intendo quando dico che Mental Tennis allena corpo, mente e soprattutto lo spirito del tennista a competere!

RispondiInoltra


Come approcciare Mental Tennis: note per l'uso.


Per farti ottenere il massimo rendimento da questo libro, cercando il più possibile di coinvolgerti ed appassionarti a questa nuova materia, ho appositamente scelto di utilizzare un linguaggio semplice e particolarmente pragmatico, che fosse comprensibile a tutti, in modo tale che sia adulti che bambini, potessero applicare gli strumenti descritti in questo manuale per elevare così sin da subito le proprie prestazioni al momento di competere.


Di seguito ti riporto una serie di postulati che avranno la funzione di farti abbracciare la materia con la giusta prospettiva.

 

Con Mental Tennis dovrai:


1. Imparare a darti i giusti comandi: per farti capire bene come funziona la nostra mente, userò una metafora che a mio modo di vedere ricalca perfettamente quello che molto spesso ci accade in campo. Immagina che stai pilotando una macchina da corsa e vuoi dare più gas all’acceleratore e nel farlo, al posto di schiacciare il pedale dell’acceleratore, schiacci senza saperlo, quello del freno… Cosa pensi succederà al tuo bolide? Ovviamente starai trattenendo la potenza del motore al posto di liberarla, ebbene una mente pervasa dalle paure ed incapace di isolare il pensiero, è una mente che sta inviando al proprio corpo esattamente questo tipo di comando equivocato, un comando totalmente sbagliato che il corpo sta comunque assimilando e mettendo in pratica. Dunque, la prima cosa che imparerai con Mental Tennis sarà quella di capire come inviarti i giusti comandi quando devi affrontare una competizione.


2. Allenare l’intenzione come se allenassi un muscolo: Dovrai allenare l’intenzione proprio come se fosse un muscolo, proprio come di solito alleni in campo il dritto ed il rovescio, la volée o lo smash, cerco di spiegarmi meglio con un esempio pratico, se sai che hai più possibilità di vincere la partita mettendo pressione all’avversario ma la paura ti blocca e ti trattiene nel giocare esclusivamente nelle tue zone di comfort a fondocampo, ecco che con Mental Tennis dovrai allenare l’intenzione di aggredire la partita cambiando la tua strategia e magari anche scendendo spesso a rete. La mente in questo percorso sarà considerata alla stregua di un colpo e come tale, dovrai allenarla tutte le volte che scenderai in campo durante l’allenamento ma soprattutto quando giocherai la partita, perché è appunto durante la competizione che stress, paura e tensione si presenteranno come fantasmi che busseranno alla tua porta, facendoti dubitare di qualsiasi cosa e togliendoti qualunque punto di riferimento. Sarà proprio allora infatti, che dovrai mettere in pratica quello che hai studiato qui, altrimenti non ci sarà alcuna evoluzione e su questo voglio essere chiaro sin da subito, non basta aver compreso la teoria se quando scendi in campo poi non la fai fruttare attraverso la pratica!

 

3. Diventare il miglior allenatore di te stesso: Sarai prima formato con la teoria e poi addestrato con la pratica in campo a trovare soluzioni ai problemi ed aggiustamenti nelle varie e più disparate situazioni di gioco che ti si prospetteranno in partita. Questo è uno degli aspetti più importanti e caratterizzanti di Mental Tennis perché ti spingerà a diventare autonomo ed indipendente nella gestione mentale del match senza dover sempre chiedere soluzioni preconfezionate all’esterno o al tuo allenatore.

 

4. Darti il tempo necessario: Mental Tennis non è un semplice corso o un seminario, si tratta di un percorso in cui tu hai deciso di investire perché vuoi evolvere in questo sport superando finalmente i tuoi limiti. Ai miei studenti chiedo sempre di pensare al loro percorso tennistico come ad una sorta di scalata in cui ogni giorno fare dei passi in avanti per giungere alla vetta, in questo sport, la vetta è un cammino lungo e  costante  fatto  di  piccolissimi  progressi  quotidiani e spesso, anche di tanti intoppi e cadute che ci allontanano dalla nostra meta. Dunque, è molto importante in tal senso non essere precipitosi, occorre saper posticipare le proprie aspettative di miglioramento non alla prossima partita, bensì ad un anno dalla prossima partita. Io ti assicuro che se sarai paziente e seguirai esattamente quello che ti chiederò di fare, osservando i vari principi che ti enuncerò e applicandone le tecniche, i risultati evolutivi saranno pressoché assicurati.

 

4. Considerare le partite di torneo come allenamenti: dovrai stringere con noi, ma soprattutto con te stesso, un profondo patto che ti forzerà a considerare le partite di torneo soltanto come il naturale proseguimento dei nostri allenamenti in campo. dunque, imparerai a viverti la partita come un’ottima opportunità per mettere in pratica ciò che stai studiando in questo manuale.




Sette aree per auto-formarti e auto-allenarti ogni giorno!


Per fornirti una panoramica generale su quello che ti aspetta e quello che ti chiederò di fare, ti passerò ora in rapida rassegna le sette macro aree sulle quali interviene Mental Tennis. Il tuo compito sarà quello di lavorare su te stesso su ognuna di queste sette aree, assimilando i principi, le tecniche e gli strumenti che troverai di volta in volta e svolgendo nella tua agendina personale gli esercizi correlati che troverai ad ogni fine paragrafo.

 


1. Gratitudine: in quest’area ti aiuterò a divenire consapevole su alcuni aspetti (anche extra tennistici) che a mio modo di vedere costituiscono la base per poter liberare il potenziale. Essere grati è il punto di partenza per poter essere sereni interiormente, se siamo sereni interiormente riusciremo più facilmente a liberare il nostro potenziale raggiungendo l’atarassia ovvero quello stato mentale che respinge ansia, tensione e paura e ci consente di entrare più velocemente nel flow, ovvero di raggiungere la nostra massima capacità di performance.

 

2. Motivazione: ti spiegherò come la motivazione costituisce di fatto il motore principale per raggiungere qualunque risultato utile nel tennis così come nella vita di tutti i giorni. Essere motivato significa avere un obiettivo che ti stimola e che desideri raggiungere. In questa macro area ti fornirò alcuni strumenti chiave per portare la tua motivazione al top e facilitare così il raggiungimento dei tuoi obiettivi.

 

3.Mindset e Attitudine: ti formerò nell’interiorizzare quelli che io ho definito come i 10 comandamenti che costituiscono una mentalità vincente e che se applicati ogni giorno con costanza, forgeranno una mente solida e flessibile adatta a competere. Spostandoci sull’attitudine, andremo ad esaminare da quali virtù o caratteristiche vincenti è formato il campione moderno per aiutarti ad assimilarle il più possibile e attraverso uno strumento specifico, chiamato ruota dell’attitudine, potrai comprendere appunto su quali valori-virtù hai maggiormente bisogno di lavorare per migliorarti e lo farai attraverso il nostro specifico protocollo di esercizi.

 

4.Gestione delle Emozioni: in quest’area ti fornirò una serie di strumenti pratici per aiutarti a gestire al meglio le tue emozioni, soprattutto nei momenti delicati. Ricordati sempre che non ti basterà leggere per produrre evoluzione nel tuo gioco, dovrai allenare questi strumenti con costanza nel corso del tempo.

 

5.Focus: in quest’area troverai una serie di strumenti pratici e fruibili per aumentare la tua capacità di concentrazione mentale unita alla tua capacità di mantenerti attivato a livello corporeo durante il match, perché per Mental Tennis restare concentrati in partita senza essere adeguatamente attivati, non è una condizione sufficiente per poter preformare al meglio.

 

6. Identità e strategia di gioco: ti aiuterò ad estrarre ed a rafforzare la tua identità di gioco per non snaturarti quando incontrerai quei giocatori che non ti permettono di giocare il tuo tennis, in modo tale da fornirti solidi punti di riferimento che ti consentiranno di non entrare in panico, quando le cose non vanno come speravi. Per quanto riguarda il game plan o la strategia di gioco, ti formerò col “training esogeno” per allenarti ad uscire dalla tua emotività, divenire lucido e presente a te stesso e così disinnescare il gioco dell’avversario.

 

7.Fiducia, Autostima e Flow: questo libro lavorerà in modo graduale ed indiretto sulla tua autostima partendo dall’identità di gioco e dalla solidità che ne consegue una volta che sopraggiunge la consapevolezza. Il risultato finale sarà quello di condurti nel corso del tempo e attraverso le giuste correzioni ed aggiustamenti, a sviluppare una certa fiducia nei tuoi mezzi aumentando anche di conseguenza la percezione che hai di te stesso ovvero la tua autostima. Nell’ultima area, quella che riguarda appunto il flow, ti spiegherò alcuni processi e tecniche che faciliteranno il tuo ingresso in questo stato fisico-mentale alterato in cui riuscirai ad esprimerti al massimo livello delle tue capacità di performance.


I miei consigli prima di scendere in campo



OGGI PRIMA DI ENTRARE IN CAMPO...


1. Accetta la lotta come parte del divertimento di questo sport senza volertene liberare con la fretta, dovrai imparare a remare quando sarà necessario, costruendoti il punto e quando hai la possibilità ed il tuo avversario accorcia, entra e guadagna campo o chiudi il punto anche andando a rete, cercando di farlo giocare sempre sul colpo dove ha meno sicurezza e controllo, ricorda che sapere sempre cosa fare è uno dei segreti del successo di questo sport! (PIANO DI GIOCO, IDENTITÀ DI GIOCO)


2. Ricordati che il tennis è uno sport che si gioca un punto alla volta, dunque stai con la mente ben salda nel momento presente rimanendo focalizzato sul qui ed ora, stai attaccato al match lottando punto su punto, non cercare scuse o alibi altrimenti finirai per crederci ed uscirai dalla lotta! 

Ricordati che non è finita fino a quando non è davvero finita, dunque in questo sport conta ogni “singolo” punto, per cui cerca di ordinare al tuo corpo, di fare quello che gli stai chiedendo e a non andarsene per i cavoli suoi, perché il corpo è naturalmente portato a non ascoltarti, lo devi sottomettere con la forza di volontà. (ATTITUDINE, FOCUS)


3. Quando senti lo scoraggiamento, la fatica, la voglia di mollare, la paura, la tensione nel giocarti i punti cruciali, parlati, parla al tuo "corpo", incoraggialo, spronalo, sostienilo, sii benevolo e non rigido con lui (te stesso), porta pazienza e goditi il tennis al posto di esserne vittima, pensa alla meravigliosa opportunità che hai di fare quello che stai facendo ma goditi anche la sofferenza ed il sacrificio e la fatica perchè senza queste virtù stai giocando alla play station non a tennis! (GESTIONE DELLE EMOZIONI)


4. Trasformati in un vero guerriero come Rafa, il che non significa sparare a mille tutte le palle ma scendere in campo andandoti a prendere la partita al posto di provare a non perderla, mostra un'attitudine guerriera nei confronti del match e del tuo avversario! 

Mettiti le cuffie ed ascolta la tua canzone preferita prima di iniziare a giocare per darti la carica e non mollare, gioca punto su punto, game su game, set su set! (MOTIVAZIONE,ATTITUDINE)



Rimani nel presente!


Hai mai provato davvero a giocare a tennis un punto alla volta? Sei in grado di isolare i tuoi pensieri? Sei in grado di prendere il controllo della tua mente e guidare il tuo corpo a fare la giusta scelta tattica? O quando gareggi, preferisci entrare in una modalità di riproduzione automatica senza pensare?


Ricorda che diventare un giocatore pensante significa prima di tutto selezionare i pensieri che stanno bussando alla porta della tua mente e tenere fuori quelli negativi!



Fai questo esercizio anche nella vita reale e noterai anche un enorme beneficio! Rimani nel momento presente e guida te stesso con il potere del tuo dialogo interiore, cerca di vincere la partita rimanendo nel momento presente e non permettere alla tua mente di andare nel passato, nel punto precedente perso o nel futuro dove ti vedi già sotto la doccia perché hai perso il primo set, rimani nel momento presente giocando solo un punto alla volta!

Permettimi di farti alcune domande...


L’ ATTEGGIAMENTO VINCENTE

 

Tutti noi tennisti prima di affrontare una partita ufficiale, siamo inevitabilmente attaccati del nostro sabotatore interiore che ci bombarda con pensieri di sfiducia e ci porta molto spesso a perdere le partite ancora prima che siano iniziate, non è forse vero?

Ora rispondi in maniera molto sincera a queste domande:


·      Che atteggiamento hai nei confronti della partita ufficiale? Vai in campo per non perdere o scendi in campo per vincere, per andartela a prendere?

 

·      Che atteggiamento hai nei confronti della classifica del tuo avversario? Quando è molto più alta della tua, vai in campo già sconfitto oppure ti sforzi di non ascoltare quella voce e combatti punto su punto?

 

·      Che atteggiamento hai nei confronti di un punteggio molto negativo? Ti lasci sconfiggere o semplicemente ti rifiuti di perdere come fanno i veri campioni?

 

·      Che atteggiamento hai quando ti trovi di fronte uno che ti ruba le palle e ti tratta con arroganza? Ti smonti o trasformi la rabbia in esplosività e lo sotterri?

 

·      Che atteggiamento hai nei confronti di diverse palle break consecutive, per esempio, quando stai servendo e sei sotto 0-40? Ti dai davvero fiducia nel giocare un punto alla volta o dentro ascolti il sabotatore interno pensando che hai già perso il game?

 

·      Che atteggiamento hai nei confronti dell’errore? Sai perdonarti, cancellare, dimenticare resettando completamente e ricominciare da capo pronto a combattere oppure inizi a farti entrare il veleno dello scoraggiamento?

Si tratta di avvicinare il più possibile due mondi: allenamento e partita


Puoi allenarti anche 80 ore al giorno, fare 2 milioni di cesti a settimana, ma se quando scendi in campo per competere non sai trovare quel giusto equilibrio tra stare calmo e decontratto ed al contempo essere grintoso confidando nei tuoi mezzi, non andrai molto lontano in questo sport

È vero si, la memoria muscolare ti può aiutare molto, ma quanto entra in ballo la tensione e la pressione, cosa fai? Come giochi quando la paura sembra un demone che ti possiede? Quando diventa fisica non solo mentale e ti sfalsa sia le sensazioni che i movimenti, cosa fai?

Ebbene nel corso di quasi 20 di duro lavoro ho costruito un metodo che dà una risposta efficace a questa grande discrepanza di prestazioni tra quando ti alleni e quando scendi in campo per competere dove la maggior parte delle volte non riesci ad esprimerti nemmeno al 70% del tuo potenziale.

Mental-Tennis nasce per farti esprimere non al 100 ma al 110% proprio quando vai in campo per competere e lo fa insegnandoti a trasformare la mente da ostacolo in arma letale per vincere prima di tutto i tuoi demoni e poi possibilmente anche il tuo avversario.

Ma come possiamo riuscirci?

1. Facendoci giungere a consapevolezza delle dinamiche che occorrono quando competi

2. Fornendoti gli strumenti di tennis mentale per accelerare le tue performance

3. Addestrandoti direttamente in campo per sviluppare le virtù che un tennista moderno richiede, pazienza, resilienza, lucidità mentale, grinta, intensità, solidità mentale, proattività e coraggio, resistenza e cuore.

Le parole possono arrivare fino ad un certo punto, se vuoi davvero scoprire l'efficacia di questo metodo di addestramento alla competizione devi provarlo sulla tua pelle con me in campo.

Partecipa ad una delle prossime clinic a Fondi presso il Circolo Tennis Gaeta il 21 Gennaio oppure il 22 presso il circolo L. A. NEXT GEN.

Per maggiori info su corsi, webinar, clinic consulta il nostro sito internet

 

La storia di Mental Tennis: era la finale del Rolland Garros 2015

Ricordo molto bene quel giorno, era la finale del Rolland Garros del 2015 e di fronte a me su un grande megaschermo si stavano letteralmente "scannando" Stan Wawrinka e Novak Djokovic.


Ho sempre amato e stimato molto entrambi ma il fatto che all'epoca usassi la Yonex Vcore PRO 330 gr arancione la dice lunga su quali fossero le mie preferenze sul vincitore finale.


Ad ogni fucilata Stan si girava verso il suo coach indicando la mente con il proprio indice, come a dire, "E' tutto quì coach, come dici tu... E' proprio tutto quì e ci sono... Stavolta ci sono!!!"


Ogni volta che lo vedevo fare quel gesto, mi venivano i crampi allo stomaco per l'adrenalina che mi pompava nel sangue, era come se in campo quel giorno ci fossi anche io, perché anche io sono stato un giocatore e anche se non sono mai arrivato al professionismo, so benissimo cosa stava passando Stan in quel momento, conosco bene quelle sensazioni, quelle emozioni forti, la paura, la tensione, il sogno di poter alzare quel trofeo così agognato...

So bene dentro di me che ad un certo punto è la mente che fa la differenza in questo sport.


Nole intanto porta a casa il primo set da vero campione qual è e Stan non demorde, ma anzi si convince ancora di più che l'unico modo per rompere quel muro, è sfondarlo... Così scende in campo nel secondo set ancora più determinato di prima, non molla un colpo ma stavolta tira ancora più forte rispetto al primo set.


Dalla sua Yonex Vcore partono letteralmente dei missili terra aria che iniziano a disintegrare quel muro umano e mostro di concentrazione che prende il nome di Novak Djokovic.


Io sono letteralmente estasiato, mi sento elettrizzato mi alzo in piedi ed esulto come un vero hooligan ad ogni punto: "E' ovvio penso dentro di me... E' ovvio che Stan è entrato "in the zone" è letteralmente nel "flow" è come Neo che si risveglia e ferma le pallottole con la mano in Matrix, Stan è entrato in uno stato potenziante alterato della sua mente e oggi non lo fermerà nemmeno il numero uno del mondo!



Ed infatti parte l'ultimo missile lungolinea di rovescio, Nole è fermo ed osserva la pallina battere vicino la riga, è finita...


Stan Wawrinka è il nuovo campione del Rolland Garros 2015, la sua mente ha vinto contro l'impossibile, la sua mente ha fatto la differenza ed io questa volta, mi sono detto dentro di me, questa volta troverò anche io quel coraggio che ha trovato Stan per credere davvero in me e portare MENTAL-TENNIS in tutti i circoli del mondo che saranno disposti ad accogliermi.


Io so come farti entrare in quello stato potenziante alterato, io so come farti entrare nel "Flow" e tu con me scoprirai quanto tennis possiede il tuo talento che non stavi utilizzando prima di conoscermi e forse solo allora capirai anche tu perché ho speso la mia vita per far conoscere questo metodo a più tennisti possibili in giro per il mondo!!!

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